Stasera ho visto uno che conoscevo. - Ontologismi IV

Stasera ho visto uno che conoscevo, che stava male. Per strada. Io ho visto che stava male: conosco quegli occhi iniettati di sangue. So che quel tremolio non è questione di freddo. Ricordo chi tiene in mano una sigaretta in quel modo, quale grido d'aiuto disperato ha dentro. Ricordo tutto, p e r f e t t a m e n t e. Bene, stasera mi sento di dirla grossa. Da ex nichilista simpatizzante di quella destra un po' dandy che vuole distinguersi, che vuole fare, che vuole modellare su di sé quello che incontra nella vita, attrarre, in qualche modo, nel senso dell'alto egoismo di cui parlava Nietzsche (per cui solo chi ha trattenuto può donare), io dico che se non si tocca il fondo è oggi molto difficile avere davvero sete di Verità. Ho conosciuto centinaia di notti - che mi hanno fatto venire questa sete. Senza quelle notti, nel buio pesto, forse oggi non sarei qui a ringraziare la Grazia. Io vi dico: meglio toccare il fondo con mano, e alla svelta, piuttosto che una vita tiepida. La vita tiepida non ti fa venire la sete di Verità che salva. Ti lascia lì, in lenta agonia, che neppure te ne accorgi. Anzi, ti convinci che la vita sia tutta lì: “una vogliuzza per il giorno, una vogliuzza per la notte, fermo restando la salute”, come diceva quell'insuperabile profeta che è stato Nietzsche. Io oggi ho visto questo: tutti, anche se mai lo confesseranno, cercano la Verità di questa vita. Ma in molti non hanno coraggio. Io ho trovato coraggio, molto coraggio, il coraggio della disperazione, nei ladri, nelle prostitute, negli aghi nelle vene. Prima di commentare, cercate di capire bene quello che sto scrivendo. Passare il tempo della vita senza sentimento, senza pretesa di nobiltà, confusi tra i piccoli uomini a cui basta sopravvivere per arrivare alla domenica del centro commerciale, indifferenti a tutto quello che accade fuori e dentro di noi, anestetizzati dal Controllo Globale, è un rischio ancora più grande. Fratelli: guardate negli occhi chi ha toccato il Nulla, chi ha corso ai confini della notte ed ha preso tutte le frustate che solo in queste profondità dannate si posso prendere.
Che lo sappiano o meno, costoro sono maestri di vita.
Ed hanno pagato caro.
Ebbene: io amo costoro.
E prego per tutti i miei ex compagni di viaggio.
Loro magari sono stanchi, non ce la fanno più. Non vedono, non sentono, come diceva il vangelo di Domenica scorsa.
Non finirò mai di ringraziare chi ha pregato per me, giorno e notte, quando ero io a non vedere e non sentire.

Aiutatemi a pregare per loro.