Quello che ricordo ora ... - Ontologismi IV



Quello che ricordo ora, sono i suoi occhi ridenti e astuti. E le sue mani forti. Le sue mani al lavoro, veloci, nel farmi un giochino intagliato nel legno. Quello che ricordo sono le sue mani ruvide e la guancia liscia del bacio. La stretta al collo, l'abbraccio. Il profumo di miele della giacca consunta. Parlava solo con gli occhi e col sorriso. A volte, una carezza leggera. Era piccolo, con una forza d'acciaio, anche da vecchio: l'ha lasciata a mio padre. Raccontavano che per andare a far la corte a mia nonna Rosa attraversasse campi in diagonale, senza mai lasciare impronte. Uscito sordo dalle trincee della prima guerra mondiale, sentiva benissimo i sussurri del Signore. Alla messa del mattino, tutti i giorni, nel Duomo di Ascoli.
La preghiera, come meridiana della giornata.
Questo ricordo, ora, di nonno Emidio.







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