Pensierino di fronte a una tazza di caffé d'orzo. - Ontologismi IV

Pensierino di fronte a una tazza di caffé d'orzo.

È stranamente diffusa l'idea secondo la quale all'origine dell'atto di fede ci sarebbe una sorta di suggestione, accompagnata da un carattere credulone e superficiale dell'individuo. Insomma la fede sarebbe il frutto di un abbaglio che colpisce i più sprovveduti.
Ciò contrasta anzitutto con due evidenze: il gran numero di persone colte e intelligenti - per nulla superstiziose - che hanno comunque fede in Dio e d'altra parte l'incapacità dell'ateo di fornire spiegazioni minimamente sensate alle domande più elementari che ogni persona si fa:
1) da dove viene l'Universo?
2) da dove vengono le leggi del mondo naturale?
3) che senso ha la vita?
4) perchè aderire ad un senso morale?
5) perché mettere al mondo dei figli?

Eccetera.

Ma c'è di più.
1) L'ateo nomina Dio, lo deve necessariamente considerare. Per negarlo egli lo deve pensare e mostra con qusto suo atto la confusione o meglio la contraddizione del pensare nello stesso tempo un Ente che è e non-è perfetto.

2) Inoltre l'ateo rifiuta la fede ma non s'accorge che tutta l'esistenza umana si basa su un (consapevole o inconsapevole) atto di fede.
Dimostrazioni:
a) si provi a dimostrare l'esistenza materiale di un oggetto qualsiasi
b) si provi a dimostrare che - in questo momento - non si è in uno stato di allucinazione o non si sta semplicemente sognando.

Naturalmente Cristo non s'incontra per via logica né onto-logica, ma certamente per queste vie la negazione di Dio è vietata, pena la contraddizione.



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