La libertà che l'uomo sperimenta - Ontologismi IV
Tra Assoluto e divenire esiste una distanza infinita: per questo la libertà dell'uomo è costituzionalmente insufficiente.
[Ontologismi IV]
Abbracciare il Mistero - Ontologismi IV
Si fa di tutto per cassare il Mistero dal nostro orizzonte. Dimentichiamo però che in questo modo si perde anche il senso stesso di ogni cosa. A partire dallo stesso domandare.
Una volta cessato di domandare e di interrogarsi, l'uomo finisce di essere uomo e comincia ad essere qualcos'altro. Io non so dire cosa. Ma certamente non è più ciò che è sempre stato, ciò che lo caratterizza fin dall'inizio della sua storia.
Ontologismi IV
Solo questo vale - Ontologismi IV
Inginocchiarsi.
Servire.
Lottare.
Confessarsi.
Chiedere la Grazia.
Piegare la propria volontà a quella del Signore.
Piangere di gioia.
Solo questo vale.
Ontologismi IV
Alcuni giorni fa, ho cominciato a vedere qualcosa. - Ontologismi IV
Alcuni giorni fa, ho cominciato a vedere qualcosa.
E la prima cosa che ho visto è stato un giardino, pieno di bambini.
E madri, e padri.
E giochi, e risate, e tanta luce.
E amore, ovunque.
Il battito del cuore di Dio
era nel cuore di ciascuno di loro.
Ecco cosa ho visto, la prima volta che ho veduto.
Il mondo, il mondo intero: è tutto pieno d'amore.
Ontologismi IV
Misteri dell'amore. - Ontologismi IV
Ognuno cerca la soluzione del paradosso, del nonsenso della propria esistenza.
Si apre in questa ricerca inquieta la possibilità della fede.
C'è infatti una fede paradossale, dove non si tratta semplicemente di rapportarsi all'infinito,
ma ci si rapporta ad un Infinito che è comparso nella storia umana incarnandosi nel finito.
Solo l'Infinito che si riduce a misura d'uomo conserva il mistero dell'amore.
Non esiste altro Dio.
Ontologismi IV
Coincidenza degli opposti - Ontologismi IV
Sono uno sconfitto - Ontologismi IV
Sono un vinto, uno sconfitto.
Un perdente.
Felice di aver perduto.
Avevo dichiarato guerra a Dio.
Ma la Sua Misericordia è invincibile.
Si prende tutto, si prende tutti.
E riempie il cuore vuoto
come solo lei sa fare.
Curare la casa del Signore - Ontologismi IV
Entro furtivo da un portoncino socchiuso.
Tutto spento.
Permesso?
Tutto tace.
Passo dal Coro.
Silenzio assoluto.
Buio.
M'inginocchio: c'è una lucina rossa, altezza uomo.
Lui è lì.
Sempre lì, che mi aspetta.
Signore, pietà. - Ontologismi IV
Che mondo pietoso. Un mondo di ciccioni sovralimentati, esauriti, arroganti. Vecchie rifatte, che non si sa se siano più mostruose o ridicole. Governanti senza misericordia. Cittadini solo intenti a lavorare, produrre, guadagnare, consumare. E morire. Quando ci sarebbero le risorse per il benessere e la serenità dell'intero pianeta. Una società nemica dei bambini, della famiglia. Profondamente ostile allo sviluppo integrale della natura umana. Niente educatori che siano tali, niente principi, niente corse nei prati, niente giochi in cortile, niente spazi per giocare all'aria aperta, asili impossibili, spese assurde: quando non viene ucciso nel ventre della madre il piccolo dell'uomo è ormai ridotto a prodotto di consumo, uno tra i tanti. Una specie di orribile e spaventoso bambolotto. Gli si ucciderà comunque la coscienza, prima che venga a sapere cosa sia. E saremo sempre noi genitori per primi a farlo, ormai analfabeti d'ecucazione, ipnotizzati dalla televisione, dagli pseudo problemi della politica, della cultura, della società. Ma quale cultura? Quale società? Beh, è chiaro: quella di un mondo in cui anche una corsetta con gli amici diventa una corsa tra le mine, le bombe. Cruda metafora della nostra vita: una corsa a ostacoli tra la morte, senza Fede, senza speranza. Con il miraggio e la distorsione di un Dio che diventa un prodotto da banco, di fianco alla Simmental, per nutrire quello che resta dell'anima, o al Dixan, giusto per lavarsi un po' quello che resta della coscienza.
Una corsa tra i morti. Una società di morti viventi.
Ecco cosa stiamo diventando.
Tutti.
Signore, pietà.
Per scrivere poesie occorre sentire - Ontologismi IV
Ma per sentire occorre vivere.
Ma per vivere occorre scrivere poesie".
[Ontologismi IV]
Da un punto di vista religioso è fin troppo chiaro che non serve alcuna prova. - Ontologismi IV
[Ontologismi IV]
Ascoltare, vedere.. - Ontologismi IV
Ascoltare, vedere, annusare: toccare con mano. Proteggere la vita. Difenderla dal Nulla che la circonda. Come Dio si è chinato sulla creatura, fino a farsi carne: così alzarci in piedi, schiena dritta, petto in fuori, pugni tesi. Difendere il creato - e nel creato, la creatura. Questo vale.
Ontologismi IV
Non bisogna cedere. - Ontologismi IV
Partiamo dall'idea che sia tutto il contrario di così e che quello che ci viene detto e fatto credere è sempre in funzione di un profitto.
Ontologismi IV
Genitori, fate studiare a memoria i vostri figli. - Ontologismi IV
Genitori, fate studiare a memoria i vostri figli. Gli insegnanti non sanno quello che dicono (nella migliore delle ipotesi) quando sostengono che "non si deve studiare a memoria". Soprattutto quando sono piccoli: per carità! Sviluppate, fortificate la memoria dei vostri bambini. La memoria è più importante perfino dell'intelligenza. La memoria "è" intelligenza!
Non fidatevi.
Vogliono instupidire i vostri figli.
Esercitano il veneficio, ne siano consapevoli o meno.
Filastrocche, canzoni, poesie, Preghierine per chi crede.
Aiutate i vostri figli a sviluppare la mente.
Ontologismi IV
Grazie a Dio non ho mai avuto una formazione accademica. - Ontologismi IV
Grazie a Dio non ho mai avuto una formazione accademica e sono venuto su sano e ignorante, sporco di tette e Negroni perfetti e non di quel sudiciume che annebbia il cervello dei benpensanti. Solo chi sa di essere quello che è può rendersi conto e supplicare la Misericordia. Evitare l'indottrinamento è difficile e doloroso ma oggi devo ringraziare anche questo.
Ontologismi IV
Pensierino di fronte a una tazza di caffé d'orzo. - Ontologismi IV
È stranamente diffusa l'idea secondo la quale all'origine dell'atto di fede ci sarebbe una sorta di suggestione, accompagnata da un carattere credulone e superficiale dell'individuo. Insomma la fede sarebbe il frutto di un abbaglio che colpisce i più sprovveduti.
Ciò contrasta anzitutto con due evidenze: il gran numero di persone colte e intelligenti - per nulla superstiziose - che hanno comunque fede in Dio e d'altra parte l'incapacità dell'ateo di fornire spiegazioni minimamente sensate alle domande più elementari che ogni persona si fa:
1) da dove viene l'Universo?
2) da dove vengono le leggi del mondo naturale?
3) che senso ha la vita?
4) perchè aderire ad un senso morale?
5) perché mettere al mondo dei figli?
Eccetera.
Ma c'è di più.
1) L'ateo nomina Dio, lo deve necessariamente considerare. Per negarlo egli lo deve pensare e mostra con qusto suo atto la confusione o meglio la contraddizione del pensare nello stesso tempo un Ente che è e non-è perfetto.
2) Inoltre l'ateo rifiuta la fede ma non s'accorge che tutta l'esistenza umana si basa su un (consapevole o inconsapevole) atto di fede.
Dimostrazioni:
a) si provi a dimostrare l'esistenza materiale di un oggetto qualsiasi
b) si provi a dimostrare che - in questo momento - non si è in uno stato di allucinazione o non si sta semplicemente sognando.
Naturalmente Cristo non s'incontra per via logica né onto-logica, ma certamente per queste vie la negazione di Dio è vietata, pena la contraddizione.
Stasera ho visto uno che conoscevo. - Ontologismi IV
Che lo sappiano o meno, costoro sono maestri di vita.
Ed hanno pagato caro.
Ebbene: io amo costoro.
E prego per tutti i miei ex compagni di viaggio.
Loro magari sono stanchi, non ce la fanno più. Non vedono, non sentono, come diceva il vangelo di Domenica scorsa.
Non finirò mai di ringraziare chi ha pregato per me, giorno e notte, quando ero io a non vedere e non sentire.
Aiutatemi a pregare per loro.
Ho passato tutto il tempo. - Ontologismi IV
Ho passato tutti gli anni della gioventù ad allenarmi duramente rincorrendo il mito della forza.
Ora m'inchino di fronte ad un Dio piccolo e fragile: un campione di debolezza e povertà.
Ho passato tutti gli anni divorato dalla sete della conoscenza.
Ora non so più niente, ma ho il cuore aperto al Mistero.
Ho passato tutto il tempo a slegarmi da ogni legame.
Ora adoro un Dio che altro non è se non relazione, fino a scendere sulla terra abbassandosi più della sua ultima creatura.
Ho passato il tempo a disprezzare ogni donna, per soddisfare le mie voglie.
Ora sono circondato dall'amore totale di una Moglie e di una Figlia che sono per me la Grazia personificata e prego la Madre di Dio tutti i giorni, luce della mia vita.
Ho passato troppi anni a cercare la felicità, senza trovare nulla, diventando io stesso un nulla.
Solo ora, con il corpo e gli occhi fissi alla Misericordia del Dio che si fa carne, indegno di questa meraviglia, la Gioia è scesa nel mio cure.
Forse non potevo capirlo che in questo modo. Solo per riavermi così, ha lasciato che mi perdessi tanto lontano. Forse bere un fiume di vino e piangere un lago di lacrime era quello che uno stupido come me doveva proprio fare.
Beato chi mai si allontana dalla casa del Signore.
Beato chi non ha perso tempo e ha tenuto sempre gli occhi fissi solo sulla Gioia del Dio-con-noi.
Ontologismi IV
Auguri di fine anno - Ontologismi IV
Auguri, dunque.
Che cosa augurare?
Non certo "tanta felicità".
Non certo amori.
Non certo denari alle lotterie.
Non certo salute.
Son tutte cose che dovran passare. Necessariamente.
Auguro invece a tutti di diventar più forti, per quando verrà la prova.
Auguro invece forza per più preghiere: per quando la lanterna sarà senza olio.
Auguro a tutti di stare nella Sua benedizione: solo questo conta.
La Sua Misericordia: è questo che auguro a tutti noi.
Un saluto particolare ai miei alunni: tutti.
Perdonate i miei difetti.
Compatite le difficoltà del mio carattere.
Questo tenete in mente: siete voi al primo posto per me.
Quando entro e quando esco,
quando vado e quando torno
quando faccio finta di ricordare
e quando dimentico di dimenticare.
Siete i figli benedetti del domani
come potrei non volervi belli, sani e forti?
Per questo sarò sempre lo stronzo che sono: è la mia parte,
spero di farla al meglio.
Auguri a tutti, dunque.
Buon 2014!
Pomeriggio di gioco e osservazioni. - Ontologismi IV
Pomeriggio di gioco e osservazioni. Genitori: date a vostri figli colori e fogli bianchi. Ogni giorno. Fateli giocare con il pongo, il dash (o das, al neutro tedesco), o analoghi. Con le mani. Fate usare le mani ai vostri figli. Date loro spazi da riempire. Regalate loro ceste di colori. E fin da piccoli: Duplo e poi Lego. A scatoloni. Se occorre, indebitatevi. Giù dalla finestra televisori, tablet, giochi elettronici del cazzo. Sono devastanti. Fate loro usare le mani. Le mani chiamano la testa, non viceversa.
Ontologismi IV
Quello che ricordo ora ... - Ontologismi IV
Quello che ricordo ora, sono i suoi occhi ridenti e astuti. E le sue mani forti. Le sue mani al lavoro, veloci, nel farmi un giochino intagliato nel legno. Quello che ricordo sono le sue mani ruvide e la guancia liscia del bacio. La stretta al collo, l'abbraccio. Il profumo di miele della giacca consunta. Parlava solo con gli occhi e col sorriso. A volte, una carezza leggera. Era piccolo, con una forza d'acciaio, anche da vecchio: l'ha lasciata a mio padre. Raccontavano che per andare a far la corte a mia nonna Rosa attraversasse campi in diagonale, senza mai lasciare impronte. Uscito sordo dalle trincee della prima guerra mondiale, sentiva benissimo i sussurri del Signore. Alla messa del mattino, tutti i giorni, nel Duomo di Ascoli.
La preghiera, come meridiana della giornata.
Questo ricordo, ora, di nonno Emidio.
Onbtologismi IV
La forma e l'autore. - Ontologismi IV
Quando si prende in mano un libro è importante tenere sempre lo sguardo fisso anche sull'autore e sulle sue intenzioni.
Man mano si leggono pagine e pagine, ci si avventura in un percorso con piste predefinite.
La nostra attenzione non dovrebbe mai allontanarsi dalla filosofia con la quale il testo è stato pensato.
In altre parole: dobbiamo sempre cercare di capire la filosofia dell'autore.
Dobbiamo guardarlo negli occhi, mentre ci parla.
Altrimenti siamo al seguito:
veniamo portati magari dove non vorremmo andare.
Ontologismi IV
La fede è un atteggiamento che ha due origini. - Ontologismi IV
resterà nel suo livello più profondo del tutto inaccessibile alla ragione, e comporta atteggiamenti che, al comune buon senso, restano inesplicabili, sconcertanti.
Originandosi attraverso l’angoscia, al culmine dello scacco, la fede è accompagnata ancora dall’«irrequietezza» e disperazione interiore; come già ha scritto Pascal, essa comporta un’assunzione di rischi senza garanzie di successo; perché chi ne cercasse, chi patteggiasse l’adesione, a fronte di una ricompensa, evidentemente
avrebbe ancora carte da giocare, cioè non sarebbe disperato; e chi ha ancora qualcosa, chi è saldo in sé (o chi si sente saldo in sé, pur non essendolo) non trova Dio.
(Ontologismi IV)
Che cosa sono i figli - Ontologismi IV
I figli sono un dono. Per la precisione un dono di Dio, per chi ci crede. Non un diritto. Non sono cose, non sono soddisfazioni da prenderci, non sono lì per riempire i nostri vuoti, piccoli o grandi che siano. Non sono amici, non sono lì per sentirci"come gli altri".Non sono oggetto di rivendicazione. Non sono "questione di principio".Non sono nemmeno "nostri".Non lo sono mai. Né prima di nascere, né tantomeno dopo. I figli sono un dono. Immeritato. A volte difficile da portare. Sempre, l'oggetto di amore più grande che non è nostro nemmeno questo.
[Ontologismi IV]
Problema - Ontologismi III
"[...] ... se la tua felicità dipende da quello che gli altri pensano di te (o, peggio, da quello che tu pensi che gli altri pensino di te), tesoro, sei alle prese con un problema... tanto più grosso quanto più è piccola la tua coscienza del problema stesso".
(Ontologismi vol. III)
L'esperienza. - Ontologismi IV
L'esperienza non serve a molto. Chi ha fatto molta esperienza nella vita al massimo sa che vivere è sempre sbagliare strada. La vita non si ripete mai uguale, dunque nessun grande esperto della vita sa qualcosa in più del più stupido dei ragazzini. La verità è che non ci si trova mai dove si pensava, o dove si credeva di andare.
[Ontologismi IV]
Ciascuno - Ontologismi IV
Perché ciascuno
e ognuno - di noi
lo sappia o meno
ha un dolore
di prima del tempo
che dovrà essere
ripagato con l'oro
della Misericordia.
Ontologismi IV
"Fammi sentire sempre così, Signore: assetato di Te ed inquieto, finché non sarà tuo".
[Ontologismi IV]
La realtà è attività, non "cose". - Ontologismi IV
(Ontologismi IV)
Alla fine avevo deciso che il male e il dolore non potevano essere un problema. - Ontologismi IV
Se il male fosse stato un problema avrei dovuto interrogarmi allo stesso modo sul bene. E quella statuetta che piangeva lacrime di bambino non poteva che
significare questo: anche Dio soffre.
(Ontologismi IV)
Silenzio e metànoia. - Ontologismi IV
(Ontologismi IV)
Che magnifico dono avere una famiglia. - Ontologismi IV
[Ontologismi IV]
La buona filosofia - Ontologismi IV
[Ontologismi IV]
La chiave è questa - Ontologismi IV
[Ontologismi IV]
Non sono d'accordo. - Ontologismi IV
Non son d'accordo mai - con nessuno
solo qualche strambo dei tempi che furono
mi piace assai /
solo pochi - pochissimi
mi piacciono.
Per lo più - a loro modo
eretici.
Stupidi peccatori:
come me.
Non vado d'accordo
con nessuno.
Questa è la verità.
Anche con me stesso ho litigato,
da sempre.
Non voglio bene a nessuno
davvero:
altrimenti tutti sarebbero a cena da me -
stasera.
Non ho meriti, in effetti.
Però amo te - Signore, e sono in ginocchio
di fronte alla tua Madre lucente:
ed è per questo che ti prego così:
fammi crescere nell'amore.
Fa' di me quell'accidente che vuoi.
Voglio essere come un fedele cagnetto
che risponde a comando.
Fino a servire l'ultimo
quello là in fondo alla fila
oppure fino a voler lavare i piedi
al primo della lista
quello che tutti ammirano
quello che prenderei
a sberle in faccia.
Dammi ti prego
l'intelligenza
o almeno l'intuito
per capire cosa devo fare
come lo devo fare
con chi lo devo fare
per chi lo devo fare
quando lo devo fare
per quanto lo devo fare.
Così sia.
[Ontologismi IV]
Omne quod recipitur ad modum recipientis recipitur.
Ripensare, insieme con Gustavo Bontadini, la struttura metafisica dell'esperienza umana (appunti)
4. Dunque vita e pensiero filosofici rivelano, per specifica struttura, l'ambiguità costitutiva della valenza interpretativa di pensiero, parola e conoscere umani, "espressivi", da una parte, della persona del soggetto intenzionante, e "rivelativi", dall'altra, della natura dell'oggetto intenzionato.
Allora, nel conoscere umano, nessun oggetto senza soggetto e nessun soggetto senza oggetto, per la reciproca convertibilità intenzionale intelletto/realtà, onde la mente va all'ente e l'ente a sua volta le viene in mente, secondo l'iniziale modalità conoscitiva per cui: "omne quod recipitur ad modum recipientis recipitur", tutto ciò che è recepito, è recepito secondo il recipiente.
Una conchiglia a caso. - Ontologismi IV
Raccolgo una conchiglia qualsiasi. Prima avevo tra le mani il guscio di un Paguro Bernardo, ma forse dentro c'era ancora il paguro e l'ho ributtata in male. A parte che il caso non esiste, mi chiedo quale forza casuale avrebbe mai indovinato forme così semplicemente perfette e bella di una bellezza che trascende qualsiasi curva umana.
Che si ripete da milioni di anni, identica.
Nessun caso mi spiega perchè ci sono i pesci nel mare, o i gabbiani nel cielo: non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere.
[Ontologismi IV]
Due coppie di olandesi a cena di fianco a noi. - Ontologismi IV
Firmati. Una delle due signore vistoso Rolex in oro massiccio - sicuramente un regalo, visto che è fuori moda. L'altra, bellissima (la classica bionda nordica da 180 cm senza tacchi, per intenterci), ride sguaiatamente e di gusto. Ridono tutti, si capisce benissimo, dell'italiano servizio turistico-alberghiero. Se non addirittura un po' oltre, ma non m'azzardo: l'olandese non è il mio forte. Occhiate terribili, soprattutto dai mariti gelosi. Non possono saperlo: inutilmente gelosi.
Rido anch'io.
Sono quelli che poi si fanno fregare dal genio napoletano del gioco delle tre carte qui a fianco, a 50 mt dall'albergo.
Buffoni.
Ontologismi IV
Lo scopritore del palindromo
Il palindromo (dal greco antico πάλιν "di nuovo" e δρóμος "percorso", col significato "che può essere percorso in entrambi i sensi") è una sequenza di caratteri che, letta a rovescio, rimane identica. Il concetto si riferisce principalmente a parole, frasi e numeri. Secondo una leggenda l'inventore e il primo virtuoso del genere sarebbe stato il poeta greco Sotade, vissuto ad Alessandria d'Egitto nel III secolo.