Urna di vetro


Ho provato a seppellirmi, per un poco,
dietro la porta, seduto tra le ante
della piccola bussola. -
tutta la botanica del
creato
- di là dai vetri, è ridotta a un vialetto
con una quercia, i cedri,
e due emerocallidi.
I godimenti di
una volta,
quando l'organismo era me stesso
secondo il desiderio - tutta la materia,
credo,
vibri così, trascorsa dalla vita,
anche gli antri aridi dei vulcani,
quando fuoriescono
le lave che si consolidano, e che
s'imponga sempre la giovinezza
per i canalicoli seminali.
Come può
darsi
che uno come me, senza castità,
possa un giorno salire sino a un eremo,
distaccarsi in preghiera, esalarsi di
sera
se non nel maggio, trascinando con sé
un'intera foresta
e la volatile polvere dei suoi profumi,
che apre le bocche dappertutto
per nutrimento, per amore?
Questa è un'urna di vetro - ma
all'esterno
le generazioni metodiche delle ombre
si spostano, e un tepore penetra il
legno,
dà sussulti, scotimenti, moti
d'atomi:
e anche le parole sono fiato, soglia
dell'audiogramma,
energia-materia
che rientra nell'eterno.

Pier Luigi Bacchini